Le cose umane by Karine Tuil

Le cose umane by Karine Tuil

autore:Karine Tuil [Tuil, Karine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2021-08-24T22:00:00+00:00


11

L’avvocato Lancel era uno di quei principi del foro che potevano vantarsi di avere ottenuto un gran numero di assoluzioni pari a quello dei profili a lui dedicati sui giornali. Il suo studio era in place Vendôme. Grandi quadri e librerie antiche piene di testi di diritto ricoprivano le pareti bianche. Di fronte alla scrivania dell’avvocato, Claire e Jean attendevano impazientemente che finisse la sua conversazione telefonica, in uno stato di nervosismo incontrollabile. Finalmente Lancel chiese loro di descrivergli i fatti “con il massimo di dettagli”. Raccontarono tutto ciò che sapevano.

– Vostro figlio ha precedenti di violenza? Problemi particolari?

– No.

– Ha una ragazza?

– Per quanto ne sappiamo noi, no.

– Assume droghe?

– No.

– Questa storia è una montatura, – sbottò Farel.

– Afferma di essere innocente e non vedo perché dovrebbe mentire, – aggiunse Claire.

– Un uomo può mentire perché ha vergogna o paura, perché la realtà dei suoi atti gli è insopportabile. È ciò che diceva il grande avvocato penalista Albert Naud. Ma che importa? Chiunque, qualunque cosa abbia fatto, ha il diritto di essere difeso. Quanto alla querelante, non è il suo processo e non è nostra nemica. Noi vogliamo solo evitare il carcere a vostro figlio.

Il cellulare di Farel vibrò. Lo estrasse. Era Quitterie che gli diceva per SMS che le mancava. Era dovuta partire in fretta per problemi familiari. Si scusava. Pensava a lui, aveva voglia di lui subito. Ripose il telefono.

– Che cosa rischia? – chiese Claire.

– In teoria, dai quindici ai vent’anni se ci sono circostanze aggravanti, ma siamo chiari: pochissimi di questi casi sono giudicati come stupri. Non voglio essere troppo ottimista ma il rischio è minimo. Nella peggiore delle ipotesi il reato sarebbe derubricato come molestia sessuale. Ne parliamo in seguito, prima devo vedere vostro figlio.

Si alzò e strinse la mano a Claire.

– Se ci sono novità vi tengo al corrente.

– Conto su di lei perché niente esca da qui, – aggiunse Farel.

Ci fu un lungo silenzio, poi l’avvocato Lancel ribatté che era tenuto al segreto professionale.

Una volta fuori, Jean cancellò il messaggio di Quitterie. Rimase un attimo a guardare la piccola icona raffigurante un cestino.

Claire e Jean furono sentiti a loro volta nei locali della polizia giudiziaria. Dissero ciò che sapevano, menzionando gli aspetti più luminosi della personalità del figlio. Jean ripeté a più riprese che il caso non doveva essere divulgato. Formulò persino l’ipotesi di un “complotto”.

– Che cosa succederà a mio figlio? – chiese Jean all’ispettrice.

– Tutto dipende da quello che ha fatto.

– Non ha fatto nulla, ovviamente. Studia a Stanford. Pensa davvero che un ragazzo come lui farebbe una cosa simile? Negli Stati Uniti è stato istruito su queste faccende, là nessuno scherza con le molestie sessuali.

– Sa, signore, ne vediamo di tutti i colori, qui.

– Ma lui non ha fatto nulla, posso assicurarglielo. Tutto ciò che le chiedo è di tenere segreto il caso.

– Non si preoccupi.

Ma alcune ore dopo, come temeva, il caso venne mediatizzato. L’informazione era stata diffusa da France Presse: SOSPETTATO DI STUPRO, IL FIGLIO DI JEAN FAREL È IN STATO DI FERMO.



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